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Baarìa sembra quasi un termine poetico, che rimanda al vento e al passato, ma che in realtà è il corrispettivo dialettale di Bagheria, il comune in provincia di Palermo con i suoi 55600 abitanti circa. E’ il più popoloso della provincia, secondo solo allo stesso capoluogo di regione siciliano.Antiche sono le bellezze di Bagheria, secondo le testimonianze abitata sin dal tempo dei Fenici, che la chiamavano Bayharia, ovvero “luogo che digrada verso il mare”, mentre un’altra plausibile derivazione potrebbe essere dall’arabo Bab al Gerib, “Porta del Vento”.

 

 

 

 

 

 

 

Bagheria la porta del vento

 

 

La ricchezza delle sue terre ne fece il giardino dorato degli Arabi, e tutt’oggi qui si ricavano dalla terra cospicui e diversificati frutti (dagli agrumi alle mandorle, alle olive). La vera rinascenza di Bagheria si pone in età moderna quando, a seguito delle prime edificazioni cinquecentesche, si realizza nel XVII secolo il fortunato legame con la famiglia dei Branciforte, Principi di Butera, che qui elessero la loro residenza e decisero di dare un impulso urbanistico alla città. In particolare, il conte Salvatore fece costruire l’arteria principale, Corso Butera, che collegava la loro abitazione alla direttrice Palermo-Messina, e inoltre la Chiesa Madre e altre vie secondarie. Il sodalizio Butera-Bagheria spinse l’aristocrazia palermitana settecentesca a stabilire qui le proprie dimore di villeggiatura, scelta che spiega il fiorire delle ville in questi luoghi.

Villa Palagonia a Bagheria - Foto di LuigiLa più famosa è senza dubbio Villa Palagonia, dei Principi Gravina di Palagonia, costruita nel 1715 e conosciuta anche come “Villa dei Mostri” a causa delle sculture terrifiche che si trovano nel parco. L’architettura dell’edificio è del tipo a blocco unico, con due scale a tenaglia che, munite di balaustre, conducono dall’inferiore piano di campagna al superiore nobiliare. Notevole il salone delle feste, riccamente affrescato e col soffitto coperto di specchi. A Villa Palagonia si aggiunge il più antico Palazzo Butera, realizzato nel 1658 e oggi in fase di profonda ristrutturazione, con la disposizione dei saloni che rimanda alle sofisticate e colte teorie settecentesche e gli affreschi del 1800.

STORIA E MONUMENTI DI BAGHERIA (Baarìa)

Bagheria, la Villa dei Mostri - Foto di TristanozeroMolte altre le ville di Bagheria, dalla Cattolica, che ospita il museo dedicato al pittore Renato Guttuso e la cui architettura rimanda ad un castello medievale grazie alla pianta squadrata ed alle mura di cinta che sono munite di merli; alla Villa Valguarnera, che ha affascinato tanti visitatori illustri sino a Dacia Maraini, grazie alle statue che ornano l’attico, gli affreschi e l linguaggio artistico che rimanda a Bernini e alle punte più avanzate dell’architettura settecentesca italiana, soprattutto piemontese. L’attività sapiente del comune è volta alla valorizzazione del turismo e al recupero dei significativi monumenti, come Palazzo Cutò, sede della Biblioteca comunale e a foggia di grande quadrilatero con terrazza a copertura.Il patrono di Bagheria è San Giuseppe, e benché il giorno onomastico ricada propriamente il 19 Marzo, qui i festeggiamenti hanno luogo nella prima domenica di Agosto. Gli eventi celebrativi abbracciano in realtà l’intera settimana e culminano il lunedì successivo con lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Altra significativa festa religiosa è dedicata a Maria Santissima Annunziata, considerata protettrice del borgo marinaro dell’Aspra e celebrata il 15 Settembre.

Il fascino di Bagheria si rispecchia nei suoi fastosi palazzi e nelle sue arterie pulsanti di vita. Anche il Goethe restò affascinato da questi luoghi, e lo si può considerare emblema del vero viaggiatore che sa valorizzare i posti che visita, come si deve assolutamente fare una volta giunti qui.

 

I principali monumenti di Bagheria sono costituiti dalle ville del XVII e XVIII secolo.VilleLe ville sono quasi tutte del XVIII secolo, lo stile è barocco. Non tutte visitabili e molte in stato di abbandono, rappresentarono un tempo le più pregiate residenze estive dell'aristocrazia palermitana. Recentemente è stato ipotizzato un preciso intento architettonico con stretti riferimenti alla filosofia alchemica settecentesca che sarebbe alla base dell'edificazione di alcune ville, in particolar modo Villa Valguarnera e Villa Palagonia; in molte sculture e decorazioni di tali ville compare il dio Mercurio, che nel processo alchemico presiedeva alla trasmutazione della materia dallo stato primordiale della nigredo a quello finale della rubedo attraverso l'albedo. Anche l'impianto planimetrico di Villa Palagonia e Villa Valguarnera, considerato insieme ai viali d'ingresso, sarebbe ispirato alla forma della chiave dell'Opera alchemica. Questo contesto fortemente simbolico derivò verosimilmente dalla volontà di creare una congregazione arcadica dove gli aristocratici adepti potessero dedicarsi alle arti liberali e alla filosofia alchemica, lontani dall'ostile Tribunale dell'Inquisizione di Palermo.

 

 

Villa Butera, la più antica, costruita nel 1658 e popolarmente nota come U Palazzu. Voluta da Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e Leonforte, venne concepita quale dimora lontana dalla dimensione della corte palermitana di cui il Branciforti aveva aspirato a diventare invano il reggente. Per tale motivo, sul portone d'ingresso della torre merlata tramite cui si accede al palazzo - non a caso rivolta ad occidente, verso Palermo - il principe fece scolpire «O corte a Dio». Sullo stesso fronte, sul portale d'ingresso, campeggia un'epigrafe in marmo che recita: Al mio Re nel servir qual'aspre e dure fatiche non durai costante e forte? E sempre immerso in importanti cure de le stelle soffrii la varia sorte. Tra le campagne alfin solinghe e scure spera la mente mia la propria morte, mentre vedovo genitor per fato rio qui intanto piango e dico «O corte a Dio». Sul lato opposto, quello orientale, sopra la porta principale si trova un'altra epigrafe marmorea che cita un sonetto di Miguel De Cervantes tratto dalla Galatea: Ya la esperanza es perdida, y un solo bien me consuela: que el tiempo, que passa y buela, llevarà presto la vida Le VilleLa più celebre è Villa Palagonia dei Principi Gravina di Palagonia, del 1715, detta "villa dei mostri" per i mostri in pietra che decorano il parco. Ricordiamo Villa Butera, la prima (1658), Villa Valguarnera, Villa Trabia, Villa Cattolica (che ospita il museo comunale Renato Guttuso dove sono conservate molte opere dell'autore nonché tele e sculture di altri artisti locali come Pellitteri), Villa Cutò, Villa San Cataldo, Villa Villarosa, Villa

Sant'Isidoro, Villa Ramacca, Villa Serradifalco, Villa Larderia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La frazione marinara di Aspra a circa 2 chilometri dal passaggio a livello di Bagheria, si perviene alla località marina di Aspra, la cui costa si estende da Capo Zafferano alla foce del fiume Eleuterio. Il profumo della vegetazione marina si confonde spesso col profumo delle zagare degli agrumeti, e ciò rende l’aria sempre particolarmente odorosa. Durante la stagione balneare Aspra, col suo ridente litorale, è meta di villeggianti e turisti

Spiagge e Scogliere di Aspra Lungo i circa 4 km di costa è possibile scegliere tra spiagge attrezzate, scogliere e calette da cui ammirare tramonti e paesaggi suggestivi.

 

Da visitare: Capo Mongerbino, Capo Zafferano, Arco Azzurro e la Chiesa di Maria SS Addolorata dovesono presenti alcuni affreschi giovanili realizzati da Renato Guttuso.ManifestazioniFesta in onore di Maria SS Addolorata: si celebra la seconda settimana di settembre con la processione a mare del simulacro realizzato dallo scultore Civiletti (autore di uno dei leoni del teatro massimo di Palermo) con legno di cipresso.

Durante la processione la statua di Maria SS Addolorata viene posta sulla prua di un peschereccio d'altura che viene seguito da centinaia di piccole imbarcazioni illuminate da fiaccole. Durante la settimana di festa si svolgono spettacoli, sagre di pesce e giochi, tra cui il famoso gioco dell’ "antinna a mmari" e la corsa delle barche.SOLUNTO E MONGERBINO(storici colli del monte Catalfano)I Fenici, avventurieri e conquistatori, sempre in cerca di nuove terre, attratti dalle bellezze della Trinacria, approdarono ai piedi del Mongerbino al Capo Zafferano; ascesero il monte fino al punto più alto e qui, ammirata la superba bellezza panoramica e la fertilità della terra circostante, decisero di fermarsi per fondare la città di Solunto. Terra ambita e martoriata da varie battaglie, maestra di luminosa civiltà per oltre 20 secoli fu poi ridotta ad un ammasso di macerie, interrate dai venti e dal tempo, forse dai Romani o forse dai Saraceni Dopo anni di scavi sono stati portati alla luce i monumenti di Giove e d’Iride, l’ara dedicata a Poseidone, e poi monete antichissime che raffigurano Ercole che uccide un leone o Nettuno con un ramoscello d’ulivo. Ben conservati sono gli avanzi del Gimnasio, i ricchi pavimenti di mosaici, i vasi di vetro e terracotta di pregevole fattura, e i resti del teatro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una passeggiata su Monte Catalfano, il polmone verde di BagheriaGrotte marine, zubbi, rare specie faunistiche e floristiche, colori e paesaggi di un angolo di paradisoMonte Catalfano (Bagheria) è un angolo di paradiso incontaminato che diventerà presto parco naturalistico e ospiterà il primo Centro di Educazione Ambientale del Mezzogiorno.Il centro sorgerà nell’area dell’ex discarica comunale e sui terreni requisiti al boss mafioso Leonardo Greco, grazie ai fondi stanziati dalla Provincia di Palermo.Qui si svolgeranno una serie di attività didattiche sull’educazione ambientale curate dalla Lipu e dall’Orto Botanico di Palermo. Il centro non è un’iniziativa isolata rientrando all' interno del più grande progetto che prevede la realizzazione di un parco naturalistico di oltre 400 ettari, con aree attrezzate, giochi per bambini e itinerari naturalistici tra i boschi.Il Monte comprende le tre piccole alture che si ergono a nord della pianura di Bagheria. Diversi gli itinerari da scegliere, tra cui il Sentiero delle grotte di origine marina; l’Itinerario delle grotte a mare ed il Sentiero degli Zubbi. Durante la passeggiata è possibile ammirare la quercia spinosa (unica nella Sicilia settentrionale), palme nane, il fiordaliso rupestre, le splendide orchidee selvatiche come l’orchis commutata e l’orchis branciforti, presente solo in Sicilia e Sardegna. L’avifauna è quella tipica delle scogliere rocciose siciliane.

Qui trovano il loro habitat il falco pellegrino e il passero solitario. La macchia fitta invece, è frequentata dall’occhiocotto mentre quella più rada è preferita dal saltimpalo che troviamo spesso bene in vista sui posatoi. Poche le specie di mammiferi fra cui la volpe, la donnola, il coniglio selvatico, il riccio e l’istrice. Tra i rettili sono presenti il ramarro, la lucertola campestre e il biacco. Gli anfibi sono rappresentati dal rospo comune e dal sempre più raro discoglosso. Gite escursionistiche su Monte Catalfano sono organizzate dalla sezione CAI.

 

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